QualBuonTurismo
27 Lug 2022
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27 Lug 2022
Percorsi fascinosi nel borgo ultracentenario di Solighetto
C’è un borgo a ridosso del fiume Soligo in grado di accompagnare il microturista in un piccolo viaggio tra presente e passato. Solighetto, più che frazione della cittadina di Pieve di Soligo, è un borgo che sussurra ai visitatori la sua storia lunga più di ottocento anni. Il fiume Soligo, che ricava le sue acque dai laghi di Revine Lago e Santa Maria e dai torrenti che scendono dai monti, è stato l'elemento che, nel corso dei secoli, è servito per aggregare le persone in questo luogo. L’acqua indispensabile fonte di vita è stata anche scudo a difesa delle genti e, con l’avvento dei mulini, forza per muovere ingranaggi e lavorare il ferro o macinare le granaglie.
Si può iniziare la scoperta del borgo partendo da piazza Libertà che è collocata di fronte alla chiesa parrocchiale e a fianco del bel campanile costruito tra il 1858 e il 1862.
Solighetto in epoca medievale è stata possedimento dei conti di Ceneda, dei Da Camino e successivamente dei Brandolini. Se si guardano le abitazioni sul lato basso della piazza, uno dei fregi visibili sulla parete di una casa riporta lo stemma scudato con bande trasversali e incisi sette scorpioni simbolo di quest’ultima casata.
Da piazza Libertà si prende verso sud su via Brando Brandolini. Dopo poche centinaia di metri sulla destra si apre lo slargo di piazza Emigranti. Da qui si prosegue su Cal Sega o via Cal Sega. La stradina è affiancata da diverse abitazioni perlopiù di epoche remote a volte restaurate con cura. Cal Sega prosegue in leggera discesa fino ad incrociare la roggia che, ricavata dal Soligo, serviva per muovere la ruota del mulino che si trova alla fine della via; il complesso azionava a suo tempo più di un maglio per la lavorazione del ferro.
Lasciata la ruota del mulino alle proprie spalle, si prosegue prendendo in direzione dei monti ed entrando in uno stretto viottolo, che, dopo poche decine di metri, permetterà di costeggiare il Soligo in ambiente fresco anche in questa stagione.
Quando il viottolo si allarga, vale la pena di prendere a destra via del Troi - termine, quest’ultimo, che indica un tratturo ovvero un piccolo sentiero - per arrivare in via Roma.
Da qui, risalendo la strada, si trovano sulla sinistra della via i cancelli dell’ex Villa Brandolini ora adibita a Centro Culturale intitolato a Francesco Fabbri. Fabbri fu Deputato del Parlamento Italiano dal 1963 fino al 1976. In quegli anni ricoprì diversi incarichi via via sempre più importanti fino a diventare Sottosegretario al Ministero del Tesoro e poi Ministro per la Marina Mercantile.
Proseguendo si arriva rapidamente al punto di partenza. Da piazza Libertà si può visitare il Parco della Villa ed approfittare delle molte iniziative culturali che proprio la Fondazione Fabbri promuove, oppure, visitare la chiesa parrocchiale di Solighetto intitolata a S. Maria Assunta e fatta erigere dai Brandolini Rota nel XIX secolo per sostituire la chiesa di S. Andrea le cui origini risalivano al 1177.
Il borgo di Solighetto è parte del territorio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
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