Una comunità in cammino

San Vendemiano dà il benvenuto al suo nuovo Parroco, don Marco Zarpellon

Entro in chiesa un’ora prima per assicurarmi il posto (e già la chiesa si va riempendo). In quell’ora di attesa assaporo il clima di festa: tutto è curato nei minimi dettagli, dai fiori ai canti, dalle letture al servizio dei ministranti. Ancor prima di entrare in chiesa scorgo sul campanile uno striscione – BENVENUTO DON MARCO! – che già dice tutto l’affetto di una comunità. Si capisce che i preparativi sono cominciati ben prima ed ora la comunità accorre, vestita a festa, per il Rito d’ingresso del nuovo parroco di San Vendemiano, don Marco Zarpellon. La cerimonia è presieduta dal Vescovo Mons. Corrado Pizziolo. Non manca il saluto del sindaco di San Vendemiano, per voce di Sonia Brescaccin, che assicura vicinanza da parte dell’Amministrazione Comunale alla parrocchia, riconoscendola presenza preziosa nel territorio per i servizi che offre lungo il cammino della vita.

Certo, nel cuore della comunità c’è e resterà sempre il segno lasciato da don Pier Amort in 25 anni di cammino condiviso e di servizio fecondo. «Il dolore attraversa inevitabilmente la vita di ogni uomo e donna. Ma il credente in Gesù Cristo, morto e risorto, ha una marcia in più per lasciarsi attraversare dalla sofferenza senza soccombere ed arrestarsi. Non ci fermeremo» così il Consiglio Pastorale Parrocchiale si presenta a don Marco, come una comunità commossa eppure grata per questo nuovo prezioso dono, e pronta a continuare il cammino nella fede e nella gioia.

La lettera pastorale consegnata dal Vescovo di Vittorio Veneto alla sua diocesi per l’inizio di quest’anno pastorale calza proprio a pennello: Camminare insieme - ognuno con il suo dono.

«Il Vangelo si diffonde quando ciascuno fa la propria parte – dice don Marco –, costruendo relazioni significative e agendo nella catechesi, nella carità, nei propri impegni sociali o professionali secondo il dono della fede di ciascuno». Un fare, ricorda il Vescovo, che deve essere sempre accompagnato dall’essere figli, ovvero da una relazione personale di affidamento a Dio Padre. È questo il punto di riferimento di una comunità viva, la nota di riferimento, come spiega don Marco con la bella immagine del diapason: «Come tasti di un pianoforte toccati dallo Spirito Santo siamo tutti chiamati a dare la nostra nota, il tono caratteristico della nostra particolare testimonianza, perché ci sia in tutto armonia. Questo non avviene senza l’ascolto della nota di riferimento. Ecco a cosa serve il diapason. La nota di riferimento è la Parola di Dio, è la testimonianza di Gesù, è la Sua vita. Essa ci aiuta ad ascoltare sinfonie, a discernere le inevitabili stonature talvolta oppure a trovare quelle note che hanno un tono un po’ scarso e ad accordarci per diventare un’assemblea che sia canto e annuncio di divina bellezza (…) Pertanto sì, camminiamo insieme, ciascuno con il proprio passo, però attivi e contemplativi per fare il bene ma anche per donare, per supplicare, per ringraziare il Signore e chiederGli di essere edificati dalla e nella volontà di Dio Padre, come dice il Salmo “Sia su di noi la dolcezza del Signore nostro Dio / e tu Signore rendi salda per noi l’opera delle nostre mani / l’opera delle nostre mani rendi salda”».

Uno zaino rende concreto il desiderio di essere compagni di cammino. È il dono simbolico della comunità a don Marco: “Portandolo sulle spalle, lungo le vie dolci e impervie della vita, caro don Marco, canta e cammina. La parrocchia di San Vendemiano cammina con te”.

Ci sono tutti i presupposti, dunque, per un cammino gioioso. La gioia, del resto, è il tratto distintivo della vita cristiana. La gioia profonda di chi ha Cristo Gesù come fondamento e compagno costante della propria vita e del proprio agire. Una relazione che apre una prospettiva di speranza unica, che aiuta ad attraversare le tribolazioni senza rimanerne schiacciati. Questo è proprio l’augurio che il Vescovo rivolge a don Marco: «Pur in mezzo alle fatiche che potranno essere presenti nel tuo ministero, tu possa davvero dare testimonianza di una vita cristiana gioiosa (…) Quello che come pastore potrai fare, fallo sempre con amore gioioso. Di noi preti la gente sa apprezzare più che quello che facciamo come lo facciamo. E sa cogliere se lo facciamo con amore. Perché solo l’amore è credibile e la gioia che ne scaturisce».

Intanto don Marco ha già scaldato i cuori portando a San Vendemiano il suo sorriso e il suo entusiasmo. A conclusione della S. Messa riporta un aneddoto simpatico, che pure dice qualcosa di significativo sull’impegno che, come parroco, desidera assumere: «Poco dopo aver ricevuto l’incarico da parte del Vescovo, quando ancora la decisione era segreta, passando qui per la statale casualmente ho visto uno di quei cartelli luminosi che in modo direi brillante diceva a chiare lettere “Ama San Vendemiano”. Un’esortazione che, non nego, ho sentito rivoltami direttamente. Poi ho visto che si trattava di non lasciare in giro i rifiuti e di tener pulito il paese. Farò anche questo (sorride). Però l’ho preso come un provvidenziale richiamo a vivere un’ecologia naturale unita ad una più spirituale, cioè, come dice papa Francesco, una ecologia integrale, che non produca scarti umani ma sia davvero inclusiva, attenta ai poveri, agli ammalati, alle famiglie ferite e a chi si sente sconfitto e triste per vari motivi della vita». 

Nei prossimi mesi il parroco incontrerà i vari gruppi parrocchiali, per condividere l’impegno, sintonizzarsi sulla nota di riferimento e iniziare a camminare insieme. Auguriamo alla comunità tutta un buon cammino, perché davvero la parrocchia è una presenza preziosa nel territorio non solo per i servizi che offre, ma soprattutto per quel che rappresenta: un orizzonte in cui riconoscere ciò che è Bene e va assunto, ciò che è Bello e va apprezzato, ciò che è Vero e va creduto, per rispondere alle sfide, grandi o piccole, della società di oggi.






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