
Salute
23 Ago 2022
Attività fisica adattata e terza età
La Terza Età, per definizione, è la fase più prossima al termine della vita di un individuo e di norma, il suo inizio, coincide con l’uscita dal sistema lavorativo e con la perdita di ruoli sociali significativi (Ulss 4, Veneto Orientale) e comincia intorno ai 65 anni.
Tuttavia, questa soglia si sta alzando a causa di dell’allungamento della vita media, del più alto tasso di educazione, del miglioramento delle condizioni medie di vita, del progresso medico, ecc…, tanto da introdurre addirittura la terminologia di “Quarta Età”.
Questa fase della vita porta con sé il naturale processo di invecchiamento, un progressivo ed inevitabile decadimento di varie funzioni corporee ed organiche; ne sono coinvolti diversi apparati: cardiocircolatorio, respiratorio, muscolo-scheletrico, renale, endocrino, sistemi nervoso, immunitario, ecc…
Tale decadimento è possibile rallentarlo, e adeguarlo ad uno stile di vita quanto più possibile vicino a quelli che sono i desideri dell’individuo: il bisogno di indipendenza, il mantenimento della socialità, il mantenimento di un benessere psico- fisico coerente con le attività che si desiderano svolgere e che consentano di coltivare anche le relazioni affettive (passare del tempo con i nipotini, fare un viaggio con il/la compagno/a, ecc…)
Ma, esistono delle strategie per mettere in atto questo rallentamento?
L’attività fisica è, senza ombra di dubbio, uno strumento di grande efficacia e con risvolti positivi che non riguardano solamente l’apparato muscolo scheletrico!
In particolare, l’Attività Fisica Adattata (AFA) è la soluzione più indicata in questo senso, in quanto tiene conti di tutti i fattori di invecchiamento sopra citati.
Questo ramo della Scienza dell’Esercizio Fisico si occupa, infatti, di trovare metodi e mezzi di allenamento più indicati e specifici per fasce di popolazione (età evolutiva, età adulta, terza età), ma anche per popolazioni speciali (patologici di diversa natura, diversamente abili, ecc.).
Con particolare riferimento alla Terza Età, gli effetti benefici dell’AFA sono molteplici, per esempio:
- riduzione del rischio di sviluppo di malattie a carico del sistema cardiovascolare (cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, ecc., ed altre patologie cardiovascolari);
- miglioramento dei livelli di stress e riduzione del rischio o dei livelli di obesità;
- miglioramento di stati patologici come diabete, ipercolesterolemia;
- prevenzione di condizioni potenzialmente invalidanti quali osteoporosi, osteopenia e sarcopenia;
- prevenzione dal rischio di cadute (uno dei fattori invalidanti più frequenti nella Terza Età, secondo i dati Istat);
- prevenzione e rallentamento del decadimento mentale;
- e molti altri.
Naturalmente, l’Attività Fisica Adattata alla Terza Età non può prevedere le stesse metodiche e tipologie di allenamento rispetto ad una persona adulta under 65, ma si adatta e si adegua rispetto all’età e alle sue specifiche esigenze.
Per esempio, dati i tempi di recupero mediamente più lunghi rispetto ad un adulto under 65, è particolarmente consigliata l’attività aerobica (camminata, bicicletta, ballo), tuttavia, è importante anche un lavoro di mantenimento della forza, al fine di rallentare il decadimento muscolare che è importante per tutte le attività quotidiane, dall’alzarsi facilmente da una sedia fino al fare le scale. L’allenamento della forza va però sapientemente dosato, tenendo conto degli adattamenti e dei tempi di recupero che aumentano con l’avanzare dell’età.
Anche l’allungamento muscolare è di fondamentale importanza, vista la tendenza in Terza Età a periodi più lunghi di staticità (seduti o distesi), ma è possibile utilizzare gli esercizi di allungamento anche per mantenere la muscolatura ed evitare la sarcopenia (riduzione del volume della massa muscolare).
Tuttavia anche questo aspetto va dosato all’interno di un programma che tenga conto dei bisogni dell’individuo, delle sue problematiche (patologiche e non) e dei suoi obiettivi.
Ci sono delle situazioni gravi e particolari, per fortuna non frequenti, in cui l’attività fisica adattata ha delle “controindicazioni”, per esempio situazioni di angina instabile e le riacutizzazioni di scompenso cardiaco, il blocco atrio- ventricolare di terzo grado, nuove recenti alterazioni dell’elettrocardiogramma o recente infarto del miocardio, aritmie non controllate con la terapia, ma tali casi sono veramente pochi.
Per trarre vantaggio dell’AFA è importante che questa attività venga inserita gradualmente ma costantemente all’interno della vita quotidiana. È importante renderla un, abitudine tanto quanto lo sono tutte le altre normali attività quotidiane.
Solo in questo modo i benefici si renderanno evidenti, e tale miglioramento creerà un circolo virtuoso di benessere a cui difficilmente la persona vorrà rinunciare.
> Il servizio di Attività Fisica Adattata è attivo presso lo Studio Nutrigenimed in via D. Manin a Conegliano (TV). Il dott. Alberto Padovan lo svolge sia in loco, con attrezzi e strumenti specifici idonei, sia a domicilio per quanti siano impossibilitati, per motivi di salute o logistici, a recarsi in studio. Per informazioni e appuntamenti chiama il numero 330-664449 o scrivi una mail a info@nutrigenimed.it.
Articolo a cura del dott. Alberto Padovan, personal trainer-chinesiologo.
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