
Vite esemplari
13 Giu 2019
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Sant'Antonio di Padova
Rapide pennellate di una vita esemplare
Sant’Antonio di Padova. Il nome di questo santo è così strettamente legato alla terra patavina che pare aver trovato qui i natali. Invece Antonio nacque a Lisbona. Padova gli tributò la cittadinanza. È grazie a sangue-foresto che Padova ha potuto scrivere pagine di arte, storia, fede e bellezza, pensiamo ad Antenore, Giotto, Antonio appunto. Ogni anno, il 13 giugno, l’intera città si ferma per ricordare il Santo.
Antonio arrivò a Padova a 32 anni percorrendo la via della predicazione. In quattro anni mise a soqquadro la città: scoperchiò soprusi, villanerie, ghigliottine… nessuno sconto, nessun raggiro, la sua parola era come un dardo che trapassava i cuori e li infiammava d’amore per la virtù. L’uomo-foresto aiutò gli uomini a farsi fratelli. Si occupò anche di galera. Sfidò il podestà, intercedendo per le vittime dell’usura. E vinse: il debitore senza colpa non finiva più dietro le sbarre ma doveva dare i propri bene in contropartita. Curioso: i santi-popolari di oggi son gli uomini impopolari di ieri.
La sua predicazione lo portò in molti luoghi e si tradusse in un'avventurosa scoperta dell'altro- l'altro mussulmano, l'altro eretico, l'altro povero, sofferente, carcerato... Il suo metodo era dialogico: evitare di imporre le proprie convinzioni e costruire tra sé e l'altro uno spazio condiviso, una via al bene comune.
La spiritualità antoniana, vicina agli agostiniani prima e ai francescani poi, era fatta di gesti concreti di solidarietà ed era voce di denuncia delle ingiustizie sociali. Da un lato la lotta contro la mediocrità morale, la superficialità e la corruzione della società e il desiderio di vivere l’ideale evangelico senza compromessi, dall’altro lo studio delle scienze umane e teologiche. A Padova Antonio trovò una ricca biblioteca e dei validi collaboratori nella stesura dei suoi testi. I Sermones di frate Antonio vanno considerati come l’opera letteraria di carattere religioso più notevole, compilata proprio a Padova in epoca medievale. Sant’Antonio aveva un debole per i centri culturali: in tutte le città ove si recava per la sua predicazione, privilegiava le università, in quanto luoghi di aggregazione di giovani; era infatti un esperto “pescatore di giovani”.
Giovani che, alla sua morte - avvenuta il 13 giugno 1231 dopo un periodo di ritiro a Camposampiero - andavano gridando “È morto il Santo! È morto il santo!”. 36 anni di vita dal profumo di santità, confermata da numerosi miracoli, tanto da meritarsi l’appellativo di “Santo dei Miracoli”.
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