Musica al Buio

Si spengono le luci e inizia lo spettacolo. No, non è il solito effetto scenico, questa volta è buio per davvero. Tutto il pubblico in sala non vede, ascolta. È Musica al Buio! Spiazzante. Esaltante. 

Per i più il buio è una scelta, per alcuni una condizione di vita. Per tutti esplorazione e scoperta: senza il condizionamento della vista, si affinano gli altri sensi, cadono barriere, emergono novità.

Musica al Buio nasce nel 2016 dal sogno di un non vedente, Christian Toffolo, originario di Pordenone, che nella vita fa il fisioterapista: invitare a chiudere gli occhi, riempire il buio di suoni e parole, e sentire cosa accade, cosa dentro si muove… senza distrazioni e senza il condizionamento della vista.

In questo sogno, che diventa progetto, Christian coinvolge artisti amici, che si mettono in gioco con passione (anche perché esibirsi al buio non è affatto un gioco!) e con l’unico scopo di raccogliere fondi per l’Unione italiana Ciechi e Ipovedenti di Pordenone.

Conosciamo Christian Toffolo, ideatore e curatore del progetto.

Christian, cosa rappresenta per te Musica al Buio?

Partirei dalla musica: una compagna di vita che mi ha sorretto e sostenuto nei momenti bui e tristi. Poi, è stato breve il passo che mi ha portato a combinare la mia grande passione con l’utilità sociale: aiutare gli altri per eliminare difficoltà mi ha sempre affascinato e stimolato. Gli spettacoli di Musica al Buio nascono per far capire a tutti qual è il mio quotidiano e insieme sostenere un’associazione, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, che per me ha sempre fatto la differenza.

Come si realizza uno spettacolo di Musica al Buio?

Associare musica, parole e situazioni in mancanza di luce è molto impegnativo. Musica al Buio, infatti, è un bell’incontro di talenti e amici che si mettono in gioco (e esibirsi al buio, credetemi, non è per niente un gioco!). Mi sono circondato da subito di persone capaci, che han capito che cosa intendevo realizzare. Alla regia di ogni evento siamo in tre: un pianista, Roberto Viola, con il quale mi sono sempre confrontati sugli strumenti e sui brani da interpretare; mio papà, Valter Toffolo, che ha letto molti testi personali da parte dei nostri soci; ed io, che mi assumo la responsabilità delle scelte – argomento della serata, musiche ed esecutori, testi e voci narranti, il tutto nel buio della sala… Sul palco, in questi anni, si sono alternate diverse voci calde e avvolgenti, come quelle delle cantanti Monica Falconio e Anna Venerus, l’energia del Coro Gospel “Harmony Gospel Singers”, effetti sonori particolari, anche in quadrifonia, eseguiti da Andrea Gardiman. Nel 2019 abbiam messo in musica gli odori con una selezione della “Filarmonica di Pordenone”. Il 2020 ha visto il blocco a causa dell’emergenza sanitaria, ma già nel 2021 mi sono rimesso in gioco, coinvolgendo il mio gruppo “D’altro Canto” e alcuni rappresentanti dei giovani della Comunità Missionaria di Villaregia, con i quali realizziamo anche alcune cene al buio. Sono l’unico che non vede nell’insieme dei 10 musicisti che compongono “D’Altro Canto”, e questo sta a significare che, se si vuole, tutte le barriere si possono abbattere semplicemente con pazienza e con amicizia. Quest’anno abbiamo proposto “il sound del colore”: esperienze, al buio, che evocano nella mente un colore.

Qual è l’utilità (il valore) sociale di eventi come questi?

Le percezioni maggiori arrivano attraverso la vista e se questa non c’è o non c’è mai stata che succede? Nelle due ore di spettacolo forniamo delle mascherine per togliere la sensazione di luce crepuscolare e tutto si svolge al buio: con suggestioni sonore e musicali speriamo di riuscire a stimolare a pieno tutti gli altri sensi. Le emozioni riportate dal pubblico in questi anni sono state diversissime ed estreme. Persone che si sono commosse al punto di piangere, e altre che hanno capito cosa fare e si sono avvicinate al nostro mondo che non è poi così diverso da quello dei vedenti. In molti han partecipato alle varie edizione di Musica al Buio, capendo il rinnovamento e le cose diverse che si sono proposte.

Com’è il mondo “visto” da chi non vede?

Questo non so spiegarlo perché è molto soggettivo. L’unico mio rammarico è quello di non aver mai visto i miei figli. Per il resto ho una vita piena di interessi e di amici veri.

La prima naturale reazione al buio è la paura. Come vincerla? 

La paura è insita in noi ma affrontarla significa conoscerla. Certo che non mi muovo da solo in un ambiente sconosciuto, e nessuno lo farà; provarci, cadere e rialzarsi sempre è la soluzione.

Ci sono “colori” che si riescono a cogliere anche nel buio?

Chi vive dalla nascita al buio vivrà nel buio ma lega delle altre sensazioni – tattili, olfattive – all’oggetto. Chi la vista la persa in seguito a malattie o per degeneramento degli occhi, invece, si ricorda il colore. Io ho perso la vista a 18 anni e ancora oggi che ne ho 52 non riesco a dissociare un colore dall’oggetto e da quello che mi ha trasmesso.

La tua professione di fisioterapista ti ha certamente aiutato a sviluppare gli altri sensi, il tatto per esempio. Com’è che si può afferrare meglio la vita, secondo te?

I sensi, quando se ne perde uno, e non parlo solo della vista, si attivano per sopperire a quello che si è perso. Credo la faccenda sia tutta qua. Poi il carattere di ogni persona sale prepotentemente e si fa sentire. Le vie da seguire quando si perde qualche cosa sono due: o ci si chiude in uno stato di depressione folle o si affronta la nuova situazione e si va avanti. La famiglia fa tanto e le esperienze, positive o negative che siano, completano il tutto; la voglia di vivere è fondamentale.

Qual è il primo luogo comune sul mondo della cecità o dell’ipovisione da smontare?

Una cosa che non mi piace è essere definito “non” vedente. Il suffisso “non” è un termine negativo. Un sordo non si chiama “non” udente, Il muto non è chiamato “non” parlante, e allora cieco è la definizione più giusta e corretta. Ora, il cieco è in grado di fare tutto quello che vuole. Si pensa che se uno non vede non è in grado di inviare sms, scrivere e-mail, cucinare, correre muoversi in autonomia o altre mille cose. È logico che non possiamo guidare una macchina, ma tutto il resto, sì, possiamo farlo benissimo.

Il tuo sogno continua o può dirsi già così realizzato?  

Spettacoli di Musica al Buio, cene al buio, eventi di sensibilizzazione, e molte altre iniziative sono già in cantiere e molte arriveranno. Purtroppo il momento storico ci limita economicamente e, per realizzare tutto ciò che vorremmo, dobbiamo raccogliere fondi. Realizzare concerti con personaggi famosi sarebbe uno step successivo. Non per il mio ego, ma solo per far conoscere meglio le nostre esigenze e per farci conoscere sempre di più. Il pietismo mi ha sempre fatto ribrezzo, ma la comprensione è indispensabile.

 
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