Molinetto della Croda: teatro vivente

Dal 15 ottobre (fino al 23 ottobre 2016) il Molinetto della Croda torna a vivere, come viveva una volta.

La manifestazione “Il Mulino e il suo tempo” riporta il vecchio mulino a circa un secolo fa, quando gli agricoltori della zona erano soliti portare la “biava” (granoturco) al mugnaio, per la prima macina della farina dopo il raccolto estivo. Era un momento di festa perché si preparava la “poenta nova”, che, a quel tempo, rappresentava l’alimento base della dieta locale, ma, soprattutto, era un’occasione per ritrovarsi insieme, scambiarsi servizi e piccoli prodotti di uso quotidiano, cantare, ballare e giocare. Anima della festa era l’oste del paese, che si trasferiva per alcuni giorni nella “piazza” del Mulino con pochi tavoli e una buona quantità di vino nuovo. 

La rivisitazione storica, rievocando vetuste tradizioni, consente di apprezzare lavori e attività ormai scomparsi (il “muner” / mugnaio, l’impagliatore di sedie, la “lavandera” / lavandaia che lavava i panni nel torrente, l’arrotino, etc.).

Figuranti del paese animeranno il percorso dei visitatori, in particolare domenica 16 e domenica 23 ottobre con la festa in costumi popolari.

Per l’occasione, l’edificio si presenterà com’era 100 anni fa: gli arredi interni verranno sostituiti con la mobilia d’epoca, in molti casi originale, il portico tornerà ad essere un fienile, l’area esterna riprenderà a ospitare gli animali da cortile.

«Tra le iniziative culturali organizzate dall’associazione “Molinetto della Croda” – commenta Pietro Lorenzon, presidente dell’Associazione – “Il Mulino e il suo tempo” è una delle più impegnative per i volontari e per le numerose persone del paese coinvolte, chiamate in pochi giorni a rivoluzionare gli interni e l’area esterna del molinetto, oltre che a vestire i panni dei propri avi. Nello stesso tempo è tra le manifestazioni più suggestive per i visitatori, che possono fare esperienza di un tempo lontano ma ancora sufficientemente vicino da suscitare dei ricordi. È una festa che torna alle origini della nostra cultura – conclude Lorenzon – richiamando atmosfere rurali di semplicità e di piacevole stare insieme, oggi come un tempo preziosissime».

La Festa, giunta al suo sesto anno, non ha fini di lucro: è dimostrativa e organizzata da quanti credono che il passato non vada dimenticato, bensì custodito e tramandato, come un tesoro di inestimabile valore.






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