Accomodiamoci sulla Big Bench #214!

Un'altra Big Bench sulle Prealpi Venete

Domenica 5 giugno si è svolta l’inaugurazione della BB #214: la prima grande panchina sui percorsi Unesco “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.

Dal centro del borgo di Osigo di Fregona, verso le ore 10, è partita una passeggiata in compagnia di Giovanni Carraro lungo il percorso Unesco “Le sorgenti di Osigo”, che ha condotto fino in località Camp de Supiane. È stata una giornata di festa, animata dalle chiacchiere di centinaia di persone presenti: si sono visti volti sorridenti; palpabile la soddisfazione.

Su quel percorso, giusto un mese prima, il 14 maggio, i volontari dell’Associazione San Giorgio di Osigo avevano collocato la panchina gigante, la numero 214, in un posto panoramico, contemplativo, a 420 metri s.l.m., accanto a un secolare faggio il “fagheron” (200 anni), da dove si possono vedere il caratteristico campanile di Fregona, il monte Baldo di Vittorio Veneto, il Montello e tutta la pianura trevigiana.
Il gruppo di giovani volontari dell’Associazione di Osigo insieme agli Alpini ed altri volontari negli ultimi due  anni si è dedicato alla pulizia dei sentieri della zona, in quanto erano stati invasi dalla vegetazione. Per diversi mesi con molto entusiasmo ed energia hanno lavorato a favore della collettività per qualcosa che oggi è fruibile da tutti. Nello stesso tempo hanno socializzato scambiandosi idee. Tra le tante idee condivise, aventi come scopo la valorizzazione della piccola comunità e i piccoli angoli di territorio, i giovani di Osigo hanno abbracciato il progetto internazionale no profit Big Bench Community Projetct. Avevano visto con i loro occhi l’allegria e la spensieratezza portata dalla BB #181 di Lago e dalla BB #190 di Caneva in Friuli Venezia Giulia. Da qui, prima la proposta e poi la realizzazione di quest’opera per la quale non si doveva richiedere alcun contributo pubblico.
La panchina gigante di Osigo è di colore rosso porpora e giallo oro, come i colori della bandiera di S. Marco; è posta su un terreno privato vicino ai resti di un vecchio abbeveratoio ed è fruibile da tutti, in qualsiasi ora del giorno. Da lì si possono ripercorrere a piedi le antiche strade remere utilizzate dalla Serenissima per il trasporto dei faggi dalla foresta del Cansiglio all’Arsenale di Venezia.
Abbiamo chiesto a una volontaria e socia dell’Associazione (che oggi conta 80 iscritti), Caterina Da Ros, di spiegarci il motivo per il quale si è deciso di attuare questa “strana opera” nel e per il territorio.

«Oltre ad essere un’attrazione turistica – spiega Caterina – vogliamo che la BB #214, insieme al secolare faggio, diventi un punto di riferimento per la gente: un luogo di incontro, dove i giovani possano di nuovo socializzare, consolidare amicizie e fare progetti; un luogo di ritrovo, dopo gli anziani, finalmente non più soli in casa, possano chiacchierare e raccontarsi le storie del passato e vivere più serenamente il presente. Ci piacerebbe vedere rianimati borgo Luca e Osigo: incontrare la gente, sorprendere i bambini correre fin lassù, nel Camp de Supiane, e poi riposarsi all’ombra del “fagheron”, scorgere, magari seduti sulla panchina, due innamorati che ascoltano il silenzio della natura… Tutte cose che abbiamo perso, ma che possiamo ritrovare percorrendo i sentieri appena puliti».

Domenica scorsa si sono visti molti ragazzini di ogni età divertirsi, facendo a gara per sedersi per primi sulla panchina gigante; nei prossimi giorni, orgogliosi, lo racconteranno agli amici e sicuramente altre persone vi giungeranno.

Sono stati distribuiti i primi Passaporti BBCP: souvenir su cui è già stato apposto il timbro della BB #214 con tanto spazio per collezionarne degli altri, uno per ogni Big Bench scovata.

Nel “Camp de Supiane”, tra la frescura degli alberi, domenica mattina c’è stato perfino un momento riflessivo, citando il filosofo Kahlil Gibran: “Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno”.

Alla Big Bench si arriva in 15 minuti partendo dal piccolo borgo Luca. Si sale lungo una stradina inizialmente cementata che porta al capitello dedicato a Sant’Antonio Abate e Sant’Antonio da Padova, si prosegue per un’antica strada remera tenendo la sinistra.
In alternativa, dalla piazza di Osigo s’imbocca via Carnielutti e, in 30 minuti, seguendo il meno ripido itinerario delle sorgenti, si arriva al vecchio “fagheron” quindi alla BB #214.

Sotto il gigante faggio, accomodati sopra la panchina gigante con le gambe a penzoloni, si potrà far dondolare i piedi stanchi, e sorridere felici, attorniati dal verde. Poi, alzando lo sguardo, si cercherà l’orizzonte, giocando a indovinare dove e quando sorgerà... un’altra panchina gigante!






ABOUT AUTORE





Utilizzando il sito web, accetti il nostro uso dei cookie, per una tua migliore esperienza di navigazione. Maggiori informazioni Ok