
Esperienze
04 Set 2017
Amici del Mondo per il Congo. Viaggio a Goma (10)
Sono le 16.00. Mentre aspetto che arrivi Jean Marie per rientrare alla Casa Salesiana, riassumo, in breve, l’esperienza di BOSCOLAC.
Ho cercato di comportarmi come fossi stato uno di loro.
Cena frugale con zuppa, riso e fagioli, osservando il più assoluto silenzio. Orazioni e meditazione prima di coricarsi. La mattina, pronti alle 6.00 per canti, meditazione e S. Messa; colazione con una tazza di tè e un pezzo di pane; a seguire, pulizia dei locali.
Il resto della mattinata, mentre loro erano a scuola fino a mezzogiorno, io sono salito in cima alla montagna dove, seduto sul piedistallo di una croce spezzata e non ancora ripristinata, ho passato tutta la mattina a pensare, spaziando con lo sguardo verso l’enorme distesa d’acqua del lago solcato di tanto in tanto da piccoli battelli e da minuscole piroghe provenienti dalle isole cariche di frutta e ortaggi, oppure volgendo lo sguardo a nord verso la vasta pianura verdeggiante che va a cozzare, all’orizzonte, con le alte vette della catena “VIRUNGA”, monti di origine vulcanica e patria incontrastata di gorilla e scimpanzé. Il silenzio totale è spezzato soltanto dall’isolato rumore di poche zappe che tentano di dissodare il fertile terreno e, di tanto in tanto, dall’accorato grido di uno pseudo predicatore che, dalla cima della montagna, tenta di redimere alcuni contadini occupatissimi nel loro duro lavoro e che, in quel momento, pensavano più al bene del corpo che a quello dell’anima.
Pranzo alle 12.30: zuppa, verze cotte e carne di capra; tutto sempre nel più assoluto silenzio.
L’arrivo di Jean Marie nel primo pomeriggio spezza questa particolare atmosfera con la sua risata cristallina e con le sue battutine di vario genere. Mi accomiato da padre Serge e da tutta la compagnia e mi rituffo nel quotidiano di Goma: clacson, motociclette, taxi, bus e un’immensa folla chiassosa e variopinta. Il tempo per una birra in un locale di infimo ordine (definirlo sporco è fargli un grosso complimento!), e poi difilato alla “maison salesienne” per la cena: zuppa, verze cotte e patate. Una bella dieta dimagrante, se non fosse per le birre che beviamo! Poi a letto subito (sono alzato dalle 5.00), ovviamente senza elettricità. Ma il sonno ristoratore non tarda a venire e, con esso, anche il sogno di una lunga doccia calda…
Renato Da Ros
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