Percorsi fascinosi tra le vie di Soligo

Sulla sponda destra del fiume omonimo, alla scoperta di un territorio ricco di storia.

Il fiume Soligo, che si alimenta con le acque della Vallata dei Laghi, nel corso dei secoli è stato utilizzato come risorsa naturale per il benessere delle genti ma è servito anche come confine per le comunità del luogo. Tant’è che gli storici ci ricordano che nel XIII secolo il territorio della vallata del Soligo era diviso in due: la sponda sinistra era conosciuta come Pieve del Contà ed amministrativamente era legato ai conti di Ceneda; la sponda destra, nota come Pieve del Trevisan, era influenzata dai signori di Treviso ed in precedenza da quelli di Belluno. Nella stretta che determina anche la fine della Valmareno all’aprirsi del territorio di Soligo vi era una rocca di Solighetto che nel Medioevo serviva per controllare il territorio di questo lembo di terra e delle sue genti o dei suoi potenti. Di fronte al castello di Solighetto si trovava un’altra opera di difesa e controllo del territorio, la quale insisteva sul territorio attuale di Soligo, oggi parte del territorio amministrativo di Farra di Soligo.

Il piccolo itinerario che suggeriamo ai microturisti in questa occasione propone di andare alla scoperta di un lembo di questo territorio ricco di storia.

La località di Soligo si trova sulla destra dell’omonimo fiume ed è la propaggine più ad est del comune di Farra di Soligo.

Il punto di partenza della passeggiata si trova in via dei Bert, in prossimità della Casa del Gruppo Alpini di Soligo. A cento metri in direzione est si trova l’antica chiesa di Santa Maria dei Caminesi chiamata familiarmente dagli abitanti del luogo “Chiesuola”.

Secondo gli storici le sue origini risalgono a metà del XIV secolo quando, uno dei tanti, Rizzardo da Camino la fece costruire dopo la peste che coinvolse anche il suo feudo. La Chiesuola è stata nel corso dei secoli più volte rimaneggiata e nei lavori di restauro postumi alla prima guerra mondiale vennero scoperti degli affreschi ancor oggi conservati al suo interno.

La passeggiata inizia risalendo via Chiesuola e già sulla destra, adiacente alla chiesa, fa bella mostra di se una Villa la cui architettura è in grado di catturare la curiosità di molti. La villa è ora organizzata per offrire ospitalità a chi cerca un posto di ristoro di classe.

Via Chiesuola continua a salire verso la sommità del piccolo colle incassata tra muri di cinta delle abitazioni del passato e moderne. In alto sulla sinistra vigila sui viandanti il colle di San Gallo e l’omonimo Santuario che rappresenta una bellissima meta per una prossima escursione e con tutta probabilità il luogo in cui sorgeva il Castello di Soligo.

Più avanti Via Chiesuola, che era nel passato l’unica via per raggiungere la chiesa parrocchiale di Soligo (foto di copertina), incrocia Via chiesa ed in contemporanea la vista si apre sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene riconosciute Patrimonio dell'Umanità dall’Unesco.  Sempre salendo, si arriva in un attimo al piazzale della Chiesa intitolata ai Santi Pietro e Paolo. Qui il panorama si apre a 360° e se ad est è il portale della chiesa ad occupare lo spazio, a sud l’occhio può cercare di riconoscere i centri abitati della piana mentre ad ovest e a nord sono i vigneti a ciglioni che richiamano l’attenzione. Sul piazzale insiste anche una tomba secolare.

Se aperta la chiesa parrocchiale merita sicuramente una visita, anche per le belle opere d’arte, tra cui una del pittore rinascimentale Francesco da Milano. Interessante l’architettura dell’edificio che vide impegnato l’arch. Giovanni Possamai nel 1925-1926. Questi riuscì ad ampliare l’edificio aggiungendo il presbiterio al volume precedente risalente al XVIII secolo dando così origine ad un’architettura neoclassica.

Sul fianco rivolto a sud della chiesa è collocata una bella meridiana che, oltre ad offrire la lettura del tempo, indica anche la direzione da prendere per proseguire l’itinerario. Basta, infatti, proseguire per la via che scende a fianco della canonica per arrivare piano piano alla stessa quota di partenza della passeggiata. Arrivati su piazza Gregorio Nardi, con attenzione, si proseguirà su via San Gallo per rientrare dopo poche centinai di metri al punto di partenza.










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