Cultura

05 Nov 2022


L’orso: lo spirito della natura

Anche se il suo aspetto incute timore e la sua enorme mole spaventerebbe la persona più coraggiosa del mondo, l’orso rimane un animale bellissimo, da proteggere. È protagonista di storie e leggende di varie epoche, oltre che animale totem e simbolo di grande potere. Un essere spirituale, una creatura sacra, emblema per un gruppo di persone, una famiglia, un clan, elemento per designare un lignaggio o una tribù. La sua immagine racchiude sia qualità positive come il coraggio, la gentilezza, la volontà e la forza, sia qualità negative come la malvagità, la ferocia e la bramosia.

Per le antiche tribù native americane, l’orso rappresenta uno dei tanti animali totem. Questi popoli prevedevano che ogni persona fosse collegata a nove diverse bestie che, sotto forma di spiriti guardiani, la accompagnassero, guidandola, durante il ciclo della sua esistenza. In questo modo, tra l’uomo e l’animale totem, si stabiliva una connessione speciale e perpetua. Infatti, nella cultura sciamanica, gli orsi polari sono considerati educatori e saggi poiché conoscitori di erbe e di foreste.

Per gli Inuit dell’Alaska e i Siberiani, l’orso è una bestia collegata alla simbologia della Terra e della Luna. Questa sua bi-valenza deriva dal fatto che conserva la sua energia femminile sia nella parte di luce materna, sia nella parte oscura di terribile protettrice. Difende infatti in modo aggressivo, sia i suoi cuccioli, sia il suo territorio. La stessa credenza prevale nella cultura Celtica, tanto che l’orso diviene il simbolo della femminilità, delle emozioni, e del rinnovamento delle cose, come la dea orso Artio, la quale rappresenta sia la forza amorevole, sia quella devastante della natura.

All’orso viene riconosciuto il potere di guarigione attraverso l’”uso primordiale” delle piante. Il suo collegamento alla Luna deriva dal fatto che questo astro, con le sue fasi, regoli il ciclo delle piante donando forza ai semi nel periodo di oscurità e nutrimento alle foglie e ai fiori quando splende nel cielo. Così come la luna scompare durante il giorno, l’orso scompare in inverno per andare in letargo e riapparire, risvegliandosi, come fa la vegetazione a primavera.

Molte culture in tutto il mondo, rispettano questo animale dominante e ne ammirano la forza e la conoscenza. Nei secoli passati, la sua immagine poteva essere ammirata su vari disegni rupestri. Le antiche scritture invece, lo descrivono come il forte e maestoso abitante della selva, una creatura sacra. Nella tradizione finlandese, poteva essere abbattuto durante la caccia, solo seguendo dei rituali ben precisi. La loro funzione era di onorare la bestia uccisa, ed evitare così che altri orsi o spiriti della foresta potessero vendicarsi.

In Bielorussia, si credeva che l’apparizione di un orso nel villaggio portasse fortuna. A tal ragione, se individuati nei pressi del paese, veniva offerto loro miele, burro e formaggio. La positività dell’orso era riconosciuta anche in Oriente dove incarnava il significato di forza, autorità, virilità e coraggio, affabilità, pazienza ed eroismo

Anche nell’antica Grecia l’Orsa era animale sacro ad Artemide, dea della Luna, cacciatrice solitaria, protettrice della fauna selvatica. Il mito la descrive come una fanciulla pura, circondata da ninfe altrettanto pure. La più bella era Callisto. Essa cedette alla corte di Zeus e per tale motivo fu trasformata in un’orsa dalla stessa Artemide. L’ultima parte della leggenda narra che Callisto morì per una freccia lanciata dal figlio, il quale la scambiò per una bestia reale. Zeus allora le salvò la vita lasciandola tra le stelle come l’Orsa Maggiore.

Per la sua capacità di rizzarsi sulle zampe posteriori, l’orso in passato, era definito “metà uomo e metà animale”. Infatti, tra tutti gli animali europei, rimane quello con i caratteri antropomorfi più simili all’uomo, nonché congiunzione tra terra e cielo. Per questo, nelle Sacre Scritture, dove per altro appare molto poco e in modo vago o metaforico, viene usato per descrivere la similitudine del terribile filisteo Golia che, come orso vorace, minacciava il popolo di Dio (“1 Sam 17, 34-36”). In altra circostanza, invece, la pelosa creatura appare in coppia con il leone, scacciati dal giovane pastore Davide, il quale con la fede nel Signore cerca di salvare il suo gregge dalle bestie feroci (“I Sam, 17. 34 - 37”).






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